Non ho visto I demoni dostoevskijani nell’adattamento di Peter Stein, presentato a casa sua perché lo Stabile di Torino gli ha disdetto lo spettacolo, pur continuando a pagare gli attori secondo contratto (e vorrei vedere che non lo facesse). Le recensioni ne parlano unanimemente come di gran cosa. Non stento a crederlo, conoscendo il valore del regista: la sua Orestea ad Ostia Antica resta una delle esperienze di teatro tra le memorabili della mia vita. E tutta la sua carriera è ricca di prove straordinarie.
Quello che mi rattrista è che nell’Italia di oggi non si riesca a produrre uno spettacolo di uno dei più grandi registi viventi. Capisco che a Torino non abbiano più un euro: sono indebitati, si dice, più di Catania e allo Stabile, pare, debbono ancora riprendersi dalle spese della gestione precedente. Ma allora ci ridiano il tanto bistrattato Soria: lui negli ultimi anni sarà stato pure preso da megalomania e non avrà più saputo distinguere tra la sua creatura e i suoi personali interessi, ma almeno i soldi li trovava (e il sistema andava bene a tutti, politici per primi). E’ mai possibile che nella città che passa per resuscitata, la città concorrente della Milano morattiana, la città perla del Settentrione non ancora del tutto leghista e via blablando si debba rinunciare a uno spettacolo che, sia pure con un po’ di enfasi, è già stato annoverato tra quelli “del secolo”? E in tutta Italia non c’è uno straccio di Stabile in grado di subentrare a quello sabaudo così scalcagnato? Magari consorziandosi per l’occasione con altri?
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Di: friharrison
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